Assedio di Gibilterra (1316) parte della Reconquista | |
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L'assedio di Gibilterra avvenuto tra il 1310 e il 1329 | |
Data | 1316 |
Luogo | Gibilterra |
Esito | Vittoria di Pietro di Castiglia |
Schieramenti | |
Comandanti | |
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L'assedio di Gibilterra del 1316 o secondo assedio di Gibilterra fu un tentativo di attacco non portato a termine avvenuto nel 1316 per mano delle forze degli Azafidi di Ceuta e dei Nasridi di Granada di riconquistare Gibilterra, passata in mano alle truppe di Ferdinando IV di Castiglia nel 1309 durante un precedente assedio.
L'assedio rientrava in una guerra più ampia durante la quale la Castiglia invase Granada con il pretesto di aiutare un suo vassallo Nasr, il vecchio sultano che era stato rovesciato da suo nipote Ismaʿil I nel 1314. Come risposta all'invasione, le forze guidate da Yahya ibn Abi Talib al-Azafi, governatore di Ceuta e alleato di Granada, assediarono Gibilterra e riuscirono a conquistare alcune delle aree periferiche. Il principe Pietro, il reggente del re castigliano Alfonso XI, guidò una forza combinata terrestre e navale per fornire assistenza alla città, inducendo gli aggressori ad abbandonare l'assedio. La guerra tra Granada e Castiglia sarebbe continuata ancora per diversi anni e intervallata da diverse tregue, anche se la minaccia di invasione castigliana terminò in concomitanza della battaglia della Vega di Granada del 1319, che portò alla sconfitta delle forze castigliane e alla morte di Pietro e di un altro reggente, Giovanni.